Rocca Brivio
Un tuffo nel passato sulla strada per Lodi

di Marco Cesana

Arretriamo le lancette della storia di almeno cinquecento anni e immaginiamo di varcare di buon ora Porta Romana alla volta di Magenta percorrendo la via Emilia. Verso mezzogiorno, prossimi alla meta, è tempo di sostare. Alla Rampina sotto la fresca ombra del glicine ci accoglie un tavolo apparecchiato per il pranzo e dell'ottimo vino.

.....il posto esiste ancora anche se tutt'intorno il panorama è cambiato. Di fronte alla locanda la via Emilia è un tratto d'asfalto trafficato che avanza tra condomini e scampoli di campagna. Ma nel cortile interno il tempo è trascorso lentamente ed i rumori della strada si spengono.

Io è mia moglie Elisabetta siamo affezionati alla Rampina che tutt'oggi continua la sua centenaria attività di ristorazione. Pur non essendo questa una rubrica enogastronomica ma d'architettura vale segnalare una sosta in questo luogo perché al piacere del palato si unisce quello del paesaggio.

A poca distanza, raggiungibile a piedi, si trova infatti la residenza di Rocca Brivio, un pregevolissimo edificio del settecento, immerso nella campagna lombarda. Uno pezzo di territorio sfuggito all'edilizia selvaggia della periferia urbana. Per il bene di Rocca Brivio e della Rampina gli amministratori locali dovranno fare tutto il possibile per preservare il fragile equilibrio tra natura ed architettura sopravvissuto ai nostri giorni.

Di quì è passata la grande storia

La storia pare abbia eletto questo luogo a nodo di trasito di numerose vicende importanti. Fatti e misfatti spesso legati a situazioni bellicose, fin dal tempo delle lotte del periodo comunale che opposero i milanesi ai lodigiani.

Con il trattato di Costanza, del 25 giugno 1183, Melegnano e il suo castello vennero assegnati a Lodi. E' assai probabile, quindi, che i milanesi, avendo perso la loro roccaforte di là del Lambro, avvertissero l'inderogabile bisogno di costruirne una nuova di qua del fiume: ed il punto più adatto era quello in cui ora sorge la Rocca Brivio, per la sua posizione elevata rispetto ai terreni circostanti.

Se ne sentirà parlare per la prima volta nei primi anni del 1200, quando Goffredo da Bussero la nominò nel suo elenco delle chiese ed oratori milanesi, assegnandole una chiesa, Sancta Maria ad Rocham Meregnani. Si sa che la rocca, dalla comunità milanese, passò in proprietà del Monastero di Calvenzano, che era anche proprietario di molte terre circostanti, le cedette prima in affitto livellario, poi direttamente in enfiteusi perpetua, ai Brivio. In particolare la Rocca risulta essere in mano alla famiglia già dal 1383, come è testimoniato da un documento, il primo del genere, dell'archivio Brivio. Ma la rocca la dovevano possedere da tempo.

I Brivio, d'origine germanica, vennero probabilmente in Italia nel XII secolo. Qui, stabilitisi nel paese di Brivio, ne assunsero il cognome. Il primo dato documentario è l'acquisto da parte di Ambrogio, abitante nel castello di Brivio, di terreni a Zivido dai Visconti.

Non sappiamo con certezza quando i Brivio ottennero la Rocca, ma è probabile che ciò sia avvenuto nella seconda metà del XIII secolo, poichè a quel tempo l'antico strumento di difesa aveva già perduto il suo valore strategico.

Ovviamente la Rocca è intimamente legata alle vicende della famiglia Brivio, la quale, dopo aver acquistato vasti possedimenti a Zivido, Carpianello, Rovido, ottenne pure il diritto feudale sul tratto del fiume Lambro che va dal ponte di Linate sino a Melegnano . Essi promossero tutta una serie di lavori di sistemazione idrica, necessari all'irrigazione dei campi, quali le levate di Gabazzo, Bolgiano e Carpianello, oltre alla costruzione della roggia Nuova, di cui si ha notizia sin dal 1461. Nel 1606 acquistarono pure i terreni necessari per la costruzione del cavo Gerenzana.

Il periodo aureo della famiglia corre tra il XV e il XVI secolo, quando alcuni dei suoi membri furono insigniti delle più alte cariche dello Stato Milanese. Giacomo Stefano Brivio, tesoriere ducale, ottenne nel 1513 da Massimiliano Sforza il feudo di Melegnano, e ciò anche in virtù di un cospicuo prestito, da lui fatto, per rinsanguare l'esausto tesoro del Duca. La costante fedeltà dei Brivio alle sorti del ducato milanese fu premiata con la concessione dell'autorizzazione ad abbinare il nome del casato degli Sforza a quello del proprio casato: cosicchè la nobile famiglia potè, da allora, chiamarsi Brivio-Sforza.

Nella seconda metà del Seicento la Rocca fu trasformata nell'importante dimora nobiliare ancora oggi esistente. A quel periodo appartiene la facciata, di cui non si conosce l'architetto che la progettò, mentre la parte Sud del corpo principale fu terminata in tempi recenti, verso la fine dell'ottocento, poichè nella mappa catastale del 1856 non risulta ancora edificata.

Come già detto, nella Rocca vi era un'oratorio antico dedicato alla Natività della Vergine Maria; probabilmente era situato fuori dal complesso dell'edificio, perchè negli atti delle visite pastorali di San Carlo si legge che nella Rocca Brivio, vi si trova un Oratorio situato in mezzo ad una vigna, scomodo agli abitanti del luogo. Il marchese Brivio, proprietario dell'oratorio, chiese l'autorizzazione ad abbatterlo per poterlo ricostruire a fianco delle case del detto luogo, a sue spese, in forma migliore e più moderna.

Abbattuto il vecchio oratorio, esso venne ricostruito nel complesso del nuovo palazzo come è documentato da un atto del 1709, che lo descrive splendidamente arredato, con una ancona preziosa ed altare in marmo.

Nella Rocca fu ospite più volte San Carlo Borromeo. In una stanza erano conservati un inginocchiatoio da lui stesso usato ed una cassapanca, foderata in velluto, ove il sant'uomo deponeva i suoi abiti.

La Rocca fu presidiata l'8 giugno 1859 dagli austriaci in ritirata, i quali si attestarono anche alla Rampina, arrendendosi poi ai francesi.

Il marchese Giacomo Brivio, che fu sindaco di San Giuliano dal 1875 al 1882, fece costruire nel cortile un arco trionfale in pietra, in onore dell'imperatore francese Napoleone III. Nel grande salone d'onore vie erano inoltre esposti i busti di Pio IX e di Camillo Benso conte di Cavour, oltre ai ritratti di Napoleone I e Napoleone III, assieme a due bandiere tricolori usate nel 1848.

Durante l'ultima guerra la Rocca fu sede di un presidio tedesco: lo Stab-Kobold, un autoparco che serviva da rifornimento per l'esercito.

(da Luciano Previato "San Giuliano Milanese - una storia da raccontare", ed. Coop. Ed. Nuova Brianza, Renate (MI), luglio 1989)

Nel 1964 Rocca Brivio fu donata dalla Marchesa Concetta Brivio alla Provincia Veneta dell'Ordine dei Servi di Maria. Nel 1969 la Provincia Veneta dell’Ordine del Servi di Maria la affidò in gestione all'Associazione Roccabrivio per il perseguimento delle sue finalità e attività sulla base di una Convenzione di durata trentennale. Dal 30 dicembre 1997, la Rocca Brivio è proprietà della società Rocca Brivio Sforza SRL costituita dai Comuni di San Donato Mil.se, San Giuliano Mil.se , Melegnano e dall’Associazione Roccabrivio: infatti a seguito di un accordo di programma fra i Sindaci dei Comuni di San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Melegnano e l’Associazione Roccabrivio si è proceduto all’acquisizione per la salvaguardia, la valorizzazione e l’utilizzo del complesso storico-architettonico considerato di grande pregio storico e di notevole interesse per la collettività sovracomunale.

Ricca di storia e di prestigio e tra i più importanti monumenti all'interno del Parco Sud Milano, Rocca Brivio è quindi di proprietà pubblica. Per le sue caratteristiche e per la ubicazione è particolarmente idonea a soddisfare esigenze di tipo culturale, storico e sociale di rilievo: in essa, si sono svolti eventi come mostre, convegni, seminari e concerti di musica. Dal 15 luglio 2005 entra nell'assetto societario della Rocca Brivio Sforza Srl, acquisendo la maggioranza relativa, la società Tutela Ambientale Sud Milanese SpA - TASM.

foto dell'autore

NOTIZIE UTILI

Per raggiungere Rocca Brivio in auto, da Milano occorre prendere la via Emilia in direzione Magenta (per chi arriva da fuori: tangenziale est, uscita San Donato, via Emilia). Verso San Giuliano sul lato sinistro s'incontra la Rampina.

Per i collegamenti in autobus vedi www.atm-mi.it

Per ulteriori informazioni si può visitare il sito del comune di San Giuliano Milanese www.sangiulianonline.it