San Benedetto in val Perlana - lago di Como
L'abbazia abbandonata

di Marco Cesana

L’abbazia di San Benedetto in val Perlana è documentata fin dal 1083 e la mente va alle immagini del film “il nome della rosa” perché la sua posizione isolata ricorda l’abbazia sulle montagne dove si svolge la storia fitta di mistero e delitti di Umberto Eco.

Il sito e l’architettura sono sorprendenti. Si raggiunge l’abbazia sia dall’alto che risalendo la val Perlana da Ossuccio. Noi abbiamo fatto quest’ultimo suggestivo percorso, che ci ha concesso di visitare anche il Sacro Monte e il Santuario della Madonna del Soccorso da cui si gode una splendida vista del Lario.

Il primo tratto è abbastanza ripido ma quando si raggiunge il bosco la salita si fa più dolce e intervallata da tratti pianeggiati. La salita dal Santuario si percorre in circa un ora, ma in ogni caso anche con andatura da passeggio in circa 1,5h si raggiunge l’abbazia.

il Lario risalendo da Ossuccio

il Sacro Monte

L'abbandono.

L’abbazia risulta abbandonata dai monaci fin dal 1298. Perché?

Si suppone che la costruzione dell’abbazia di Acquafredda a Lenno dei Cistercensi, più vicina alle vie di comunicazione, debba essere stato un concorrente “letale” rispetto alla abbazia immersa nei boschi, ma forse c’è altro.

Recentemente l’abbazia è stata abitata anche da un eremita, che vi ha fatto la sua dimora, ma ora è di nuovo solitaria.

Quando siamo arrivati non c’era nessuno, solo noi. La chiesa non è normalmente visitabile all’interno, ma l’architettura esterna è straordinaria. La forma è tipicamente romanica e ben proporzionata con un importante campanile. Spoglia di ornamenti scultorei presenta gli elementi architettonici tipici dell’architettura alto medioevale lariana.

“Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue...” da Il nome della rosa

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